martedì 3 maggio 2011

tra merli affamati e storni annoiati...

Ho lasciato passare molto tempo dagli ultimi post, ma il lavoro nel frattempo è stato tanto. Continuo a studiare le impostazioni migliori per la Canon, anche se devo dire che ormai ci sto prendendo la mano. In giornate di sole, riesco a lavorare tranquillamente tra i 100 e 200 ASA, con tempi che si spingono fino a 1/400sec. Non c'è male, rispetto alla compatta dove nella migliore delle ipotesi potevo godere di 1/125. Ricordo che il telescopio che sto utilizzando è uno Skywatcher 90/1250, con diaframma relativo=14.
Ovviamente, nel caso della Lumix, avevo bisogno di oculare inserito e raddrizzatore prismatico, il tutto poi passava per il gruppo lenti della fotocamera, non c'è che dire, era un bel filtro! Nel caso della Canon invece ho praticamente tolto tutto, lavorando a fuoco diretto. Ma cosa significa a fuoco diretto? semplicemente, la luce raccolta dal telescopio viene inviata direttamente al sensore della fotocamera. Nessuna lente, nessun raddrizzatore (l'immagine non è capovolta), massimo godimento di luce. Esiste la possibilità (già testata) di lavorare a proiezione di oculare, cioè si utilizza un oculare tra tele e macchina, l'immagine sarà capovolta e, fattore importante, più allontaniamo la macchina dall'oculare e più ingrandimenti avremo, come un proiettore su una parete bianca, ma naturalmente c'è un limite. Un ultima possibilità è quella a proiezione di oculare su un obiettivo fisso da 50mm (che non ho testato), che permetterebbe di godere di stabilizzatore ottico. Io finora preferisco la prima, la differenza di qualità si nota, ma ovviamente il tutto dipende sempre dagli oculari utilizzati. Comunque, per i principianti, mi sento di consigliare l'utilizzo di una camera compatta, decisamente più semplice e meno dispendiosa: autofocus (solo per la messa a fuoco fine) e stabilizzatore ottico sono davvero comodi. 
Lascio come di consuetudine qualche foto presa sempre lungo il Sile e dintorni, sperando vi piacciano.