domenica 5 marzo 2023

l'evoluzione del focus

 Nell'ultimo post ho mostrato una foto creata con una serie di scatti, una tecnica usata nella fotografia astronomica che permette di eliminare in gran parte il rumore e l'aberrazione dell'aria.

Nella lunga distanza infatti non fa praticamente differenza avere l'obiettivo più costoso del mondo, perché neanche questo potrà eliminare la distorsione dovuta alla microturbolenza che peggiora drasticamente la qualità dell'immagine finale.

Il seeing quindi (dall'inglese to see) è dipendente dalle condizioni atmosferiche e nell'osservazione terrestre è dipendente anche da fattori ambientali (terreno, acqua ecc.). Prendiamo come esempio l'osservazione di un animale a lunga distanza posizionato dall'altra parte di un piccolo laghetto: il vapore acqueo distruggerà letteralmente il dettaglio dell'immagine, permettendo al massimo una semplice foto documentativa.

L'esperimento che faccio in questo post vuole semplicemente verificare se la tecnica del multiscatto è valida per ottenere una foto con un dettaglio migliore.

Il principio si basa sul fatto che le turbolenze sono casuali (come il rumore ad alti ISO) e non si ripetono mai allo stesso modo, ricombinando quindi un certo numero di scatti otterremo una risultante "aritmentica" più vicina possibile alla realtà.

Ci sono ovviamente delle importanti limitazioni, il primo fra tutti è che l'animale deve restare immobile: esclusi quindi tutti i casi in volo o con animale dal temperamento "nervoso". 

C'è poi il problema dello scatto a raffica veloce che riempe rapidamente il buffer della fotocamera. 

Non è detto però che una raffica più veloce possa portare una migliore qualità, le turbolenze si muovono alla loro velocità e troppi scatti ravvicinati potrebbero aver fotografato la "stessa" turbolenza.

C'è infine il discorso del numero di scatti minimi, diciamo che per ora ho notato differenze evidenti con almeno 20 scatti utilizzabili.

Parlando di turbolenze, esistono condizioni limite dove non mi spingerei, come per esempio un soggetto oltre un tetto in lamiera in piena estate... 

Spero che le prossime uscite mi aiutino a capire qual'è la combinazione ideale di tutti questi elementi.

Vi lascio con due foto a confronto sul mio primo animale ripreso con questa tecnica (ed il più semplice da fotografare perché non si muove mai...): una tartaruga, anzi due, posizionate a 45 metri circa; configurazione Kowa @500mm f/9.6 + Baader 2.25x (circa 1680mm equivalenti in Full Frame); 1/250sec ISO 800. Nel primo scatto troviamo il migliore RAW post prodotto, nel secondo....giudicate voi.



Oasi di Gaggio - Venezia - distanza tra il capanno e (altezza 2 metri circa) ed i due soggetti



migliore scatto singolo in RAW - 1/250s. - f/8 - ISO 800- post produzione e crop




Ricomposizione di 35 scatti e postproduzione - 1/250s. - f/8 - ISO 800

Non è una foto di qualità ma mi sembra che i risultati siano evidenti, considerata la distanza e le condizioni. E' importante specificare che il rumore a 800 ISO è quasi completamente eliminato e anche l'acqua ha ottenuto un effetto seta.

 

Per concludere, vi elenco il software utilizzato: 

P.I.P.P. (planetary imaging pre processor) - per la conversione, crop e stabilizzazione delle foto

Autostakkert - per l'unione delle foto in una TIFF

Registax - opzionale, per elaborare il dettaglio

postproduzione con il vostro software preferito.


Non so se sono i migliori, non so se esistono metodi alternativi più semplici, sono complicati da usare ma gratuiti e per ora sto ottenendo un buon risultato.

Mi piacerebbe fare un tutorial su come usarli, ma sono ancora alla ricerca del giusto compromesso.

Quando usare questa tecnica? in questo blog si parla soltanto di lunga distanza, quindi se ci troviamo in condizioni da non poterci avvicinare ad un soggetto tranquillo come un gufo, un airone o qualsiasi altro che vi venga in mente.

Inoltre non vedo limitazioni per chi fa fotografia con obiettivi standard, se ci provate scrivetemi per sapere come è andata.


Aggiungo un saluto e un grazie ai responsabili dell'Oasi di Gaggio (VE) per il loro lavoro.


Alla prossima!